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Channel: Orta Nova – l'Immediato
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I poliziotti della stradale proteggevano “il Barone” di Orta Nova. Tutti i nomi dell’operazione

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polizia stradale

Antonio Russo Il BaronePolizia e criminali a braccetto. In un continuo scambio di favori. Questo è emerso durante l’ultima operazione della squadra mobile di Foggia che ha portato all’arresto di quattro agenti della polizia stradale e di un noto pregiudicato di Orta Nova, Antonio Russo, 46 anni, detto “u’ Barone”. I poliziotti arrestati e condotti ai domiciliari, sono invece Alessandro Roberto, Antonio Coccia, Antonio Ales e Donato Cassano.

L’indagine ha consentito di acquisire gravi indizi di reato nei confronti dei quattro poliziotti ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di una serie di illecite condotte che vanno appunto dalla corruzione al falso materiale, al peculato d’uso, alla rivelazione del segreto di ufficiononché all’accesso abusivo al sistema informativo interforze, condotte poste in essere nel biennio 2014/2015.

Nel corso dell’indagine, caratterizzata da attività tecniche d’intercettazione telefonica e captazione ambientale, è stato accertato, in primo luogo, l’illecito scambio di favori da parte dei poliziotti consistenti in omissioni e/o atti contrari al dovere d’ufficio che il titolare di una concessionaria, incensurato, “ricompensava” con l’assegnazione all’agenzia di pratiche auto gestita di fatto dai medesimi poliziotti di numerose pratiche riguardanti i trasferimenti di proprietà delle autovetture vendute.

Le intercettazioni telefoniche hanno inoltre evidenziato l’esistenza di contatti illeciti tra alcuni dei poliziotti e Russo. In particolare, dalle attività tecniche è emerso che i poliziotti avvisavano preventivamente “u’ Barone” di imminenti controlli all’autodemolizione di cui questi è titolare per permettergli di predisporre “adeguate contromisure” o comunque omettevano atti doverosi nei confronti di questi ed in cambio ricevevano periodicamente dall’uomo parti di autovetture o servizi e regali vari senza corrisponderne il prezzo.

Altrettanto evidente è la responsabilità di alcuni dei poliziotti indagati in ordine alla formazione di un atto falso al fine di celare la negligente omissione della comunicazione all’Autorità Giudiziaria di una notizia di reato.

È emerso, inoltre, un uso illecito del Sistema Informativo Interforze, concretizzatosi nell’accesso, per fini estranei all’attività d’ufficio, al Sistema e nella successiva divulgazione dei dati così acquisiti terzi, anche in cambio di illeciti compensi. In alcune occasioni alcuni dei poliziotti indagati utilizzavano le auto di servizio per finalità private.


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