Coinvolge anche due decessi di anziani avvenuti negli anni scorsi a Orta Nova e Carapelle l’inchiesta della Procura di Milano sulla “banda dei testamenti falsi” a carico di 5 indagati a piede libero, incentrata su 19 decessi in varie zone d’ Italia, tra cui i due nel Foggiano. L’accusa ipotizza uno stesso schema di truffa: prima l’individuazione in tutto il Paese di anziani morti soli, senza parenti, trovati cadaveri in casa dopo settimane o mesi; quindi attraverso falsi testamenti, redatti da finti notai americani, intascare le eredità. La Procura di Milano ha sequestrato beni per un milione di euro, che la presunta banda di truffatori di cui farebbe parte un avvocato calabrese avrebbe cercato di por- tare via ad un 70enne milanese, il cui corpo era stato trovato in casa nel novembre 2018, sei mesi dopo la sua morte.
L’attenzione degli investigatori si concentra su 5 indagati, ritenuto coinvolto in altri due episodi con le stesse caratteristiche, uno nel Mantovano e un altro in provincia di Vicenza. E dalle perquisizioni sono venuti a galla documenti – tra cui elenchi di nomi e articoli di cronaca conservati dagli indagati su persone trovate morte dopo tanto tempo – che fanno supporre che potrebbero essere state commesse tante altre truffe dello stesso genere. Questi ‘altri casi’ si concentrano a Orta Nova per un decesso del 2017; a Carapelle per un decesso del 2010; e in altre zone d’Italia tra Piemonte, Liguria, Veneto,Friuli, Sicilia legati a persone morti tra il 2019 e il 2020. Va verificato se anche in questi episodi ci siano stati davvero tentativi di incassare le eredità.
Dagli atti dell’inchiesta milanese emerge il modus operandi: dopo la nomina del curatore dell’eredità si materializzava l’avvocato calabrese – ipotizza l’accusa – che riferiva di rappresentare un procuratore dell’erede designato, ossia un finto erede residente negli Usa che sarebbe stato nominato con un testamento redatto a New York da un notaio. Gli inquirenti, dopo una denuncia del curatore, hanno scovato molte anomalie: a New York non risulta esistente Bulding Avenue, luogo dove il settantenne milanese deceduto avrebbe abitato per un periodo; inoltre alcuni atti erano scritti in un inglese con errori grossolani. L’avvocato sospettato si sarebbe mosso personalmente da un’eredità all’altra. (fonte gazzetta del mezzogiorno)
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