“Il mio assistito è sconvolto ma intende rispondere al giudice e chiarire la propria posizione. Sta prendendo coscienza della gravità dei fatti. Gli viene contestata la premeditazione con l’aggravante di aver commesso il reato durante la latitanza”, queste le parole rilasciate dal legale Francesco De Sanctis, avvocato difensore di Cristoforo Aghilar, l’uomo di 36 anni arrestato con l’accusa di aver ucciso l’ex suocera Filomena Bruno.
Aghilar è stato arrestato mentre si trovava a cena da alcuni zii, in un appartamento di piazza Sicilia, a Carapelle, a pochi chilometri da Orta Nova, teatro del femminicidio. Secondo la difesa, il 36enne si sarebbe recato in via Diaz solo per parlare con la vittima, poi la discussione sarebbe degenerata fino a quando Aghilar ha trovato un coltello colpendo la donna al petto. L’arma è stata recuperata dai carabinieri.
Sabato scorso, invece, nel bar “Number One” di un fratello della Bruno, Aghilar aveva fatto irruzione minacciando i presenti, compresa la vittima, con una pistola. Avrebbe anche provato a sparare ma l’arma si sarebbe inceppata. Al momento la pistola non è stata ritrovata.
In queste ore, procura e carabinieri stanno provando a ricostruire con esattezza gli ultimi giorni di Aghilar prima dell’arresto. L’uomo sarebbe rientrato in Italia di recente, forse proprio sabato 26 ottobre, dopo un periodo in Germania. Il 36enne si era trasferito in terra tedesca a settembre, fuggendo dai domiciliari (fu arrestato per assalti ai bancomat) insieme alla 21enne figlia di Filomena Bruno ma l’indole violenta dell’uomo avrebbe indotto la ragazza a lasciarlo e trasferirsi da alcuni parenti, lontano da Orta Nova. Tra i due c’è anche un vincolo di parentela.
La Procura di Foggia dovrebbe chiarire ogni aspetto della vicenda attraverso una conferenza stampa.
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