Prima il Gargano, poi la cucina di Antonino Cannavacciuolo, infine il ritorno in Capitanata per creare il piatto perfetto che rappresenti la sua terra. Davide Bruno (29 anni) è tornato alle origini per qualche giorno, a Orta Nova (Foggia), per lanciare il “brand” dei Cinque Reali Siti grazie alla valorizzazione della filiera corta. L’idea – fortemente voluta dalla Coldiretti rappresentata da Gerardo Torchiarella – è quella di realizzare una portata che racchiuda in sé l’anima produttiva del Basso Tavoliere.
E non è un caso che ad esser scelto per la sfida sia un giovane “fuggito” per inseguire il sogno della sua vita, coltivato sin dall’infanzia grazie alla curiosità suscitata dalla cucina tradizionale – quella “degli odori e dei sapori veri” – della mamma e della nonna. “Ho girato l’Italia – ha raccontato a l’Immediato -, lavorando nelle cucine degli chef stellati, ma il sapore e gli odori del pomodoro appena raccolto o dell’olio della nostra provincia sono difficili da trovare…”.
Il lungo viaggio di questo giovane cuoco parte da Peschici, a 17 anni, poco prima dell’iscrizione alla scuola di Vieste. Poi il salto nelle grandi cucine della Sardegna e dell’Emilia. “Pier Giorgio Parini, all’Osteria del Povero Diavolo, è stato il mio primo maestro – ricorda Bruno -, mi ha insegnato l’abc della cucina. Allora non era ancora arrivata la stella Michelin. I sei inverni successivi li ho passati al Palace Saint Moritz, una struttura extra lusso in Svizzera. Ma lo stage fondamentale è stato quello con Valeria Piccini (2 stelle Michelin): è stata lei a farmi capire l’importanza dell’equilibrio nei piatti. La gavetta militare, però, l’ho fatta con l’equipe di Cannavacciuolo, con il pugliese Pasquale Laera al Boscareto e a Villa Crespi: ho lavorato sodo, fino a 18 ore al giorno alla ricerca dei piatti perfetti”.
Ora l’obiettivo è quello di perfezionare l’inglese con un anno a Londra, senza perder d’occhio le proprie origini. “Vogliamo che Davide diventi l’ambasciatore del nostro territorio in Italia e all’estero – ha chiosato Torchiarella -, con lui puntiamo a dare dignità ai nostri prodotti, al lavoro di una generazione di giovani imprenditori che vogliono ritagliarsi lo spazio che meritano nei mercati”. La prossima settimana ci sarà la prima tappa di questo nuovo percorso che nasce dal basso, con l’impegno di alcune aziende locali. “Lanceremo un piatto che rappresenti l’anima di questa terra meravigliosa – conclude Bruno -, sperando che sia il primo passo per il riconoscimento del valore di secoli di tradizione che rischiano di perdersi nelle dinamiche ciniche del marketing”.